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Il DDT che sconfisse la malaria...

“Li hai sentiti parlare di genio, vero, Degna?

Ma il genio non esiste. Il genio, se proprio vuoi chiamarlo così, è soltanto la capacità dell’applicazione continua al proprio lavoro. Nient’altro.”


(Guglielmo Marconi)

Tra il 1946 e il 1950 fu realizzato in Sardegna il più grande esperimento del Mediterraneo per cercare di debellare la malaria.

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Venne chiamato “Sardinia Project” e fu realizzato dagli Americani.

MarconiSardegna

Aveva come obiettivo l’eradicazione della l’Anopheles labranchiae (la zanzara malarica) attraverso l’irrorazione massiccia di DDT.

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Una serie di circostanze individuarono la Sardegna come territorio fertile per questo grandioso progetto: l’interesse della Fondazione statunitense Rockefeller che voleva ripetere in una zona del Mediterraneo l’esperimento condotto tempo prima in Brasile e in Egitto  - dove si era riusciti a debellare gli

anofeli responsabili  della trasmissione e diffusione della malaria - si aggiunse a una considerevole somma che la UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) voleva spendere in Italia. Queste due volontà furono indirizzate verso la Sardegna dall’entusiasmo del malariologo Alberto Missiroli che voleva eradicare la presenza millenaria nell’isola della zanzara malarica.

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L’eradicazione sarebbe dovuta avvenire attraverso l’irrorazione massiccia di DDT - il potente composto chimico nato nel 1873 – utilizzato tempo prima a Napoli e a Castel Volturno che sembrava aver sconfitto il tifo nel primo caso e l’Anopheles labranchiae nel secondo.

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Dopo un lungo anno di presa di contatti e discussioni il progetto fu ufficialmente approvato nel 1945 sotto lo sponsor Today Sardinia, Tomorrow the World. Un anno dopo, venne creato l’ERLAAS (Ente regionale per la lotta anti-anofelica in Sardegna) il quale provvedeva al reclutamento e alla formazione del personale, agli arredi per gli uffici e all’acquisto dei mezzi di trasporto e del DDT che arrivò direttamente dall’Inghilterra.

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A nutrire seri dubbi sull’operazione fu soprattutto John Austin Kerr – anello fondamentale nella disinfestazione in Egitto e nominato sovraintendente dell’ERLAAS – il quale si rese conto dell’irrealizzabilità del progetto senza uno studio preventivo dell’habitat della specie indigena che in Sardegna esisteva ancora prima dell’uomo e quindi capace di sopravvivere al di fuori di un contesto umano. Le sue perplessità furono inoltre alimentate dalla scarsa affidabilità della manodopera del personale troppo spesso raccomandata dai politici locali. Decise così di dimettersi ma l’operazione fu ugualmente portata avanti con vigore dal nuovo sovrintendente John Alexander Logan che fece fare una suddivisione capillare del territorio per circoscriver al meglio i focolai delle “zanzara anofele” ma anche per contrastare la forte invasione di cavallette che aveva aggravato la situazione della Sardegna.

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Furono impiegate 32.000 persone che usavano dinamite, fuoco e DDT per sconfiggere sia le zanzare adulte che le larve. Nessuna pozza d’acqua veniva risparmiata dal composto chimico che veniva irrorato all’interno di case, chiese, nuraghi e ricoveri per animali non badando a possibili dannose conseguenze. Ad ogni casa disinfestata veniva apposto un contrassegno con la data in cui veniva eseguita l’operazione ancora oggi visibile su molti muri e porte della Sardegna.  

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Molti ancora si domandano se il progetto fu un successo o un insuccesso. Secondo tanti non fu il DDT a risolvere il problema della malaria ma venne considerato solo un anello di una lunga catena composta da bonifiche, da una crescente ripresa del post guerra e dai miglioramenti delle condizioni economiche forse date anche dall’impiego di quelle 30.000 unità lavorative. Quel che è certo è in quegli anni si è assistito, come non mai in Sardegna, a un fenomeno di unità e coordinamento che ha visto i sardi uniti per una causa comune nonostante qualche piccolo contrasto subito dalla delinquenza che temeva che le forze dell’ordine si mimetizzassero tra gli operai scovando qualche latitante!

Molti banditi, durante il "Sardinia Project" tra il 1946 e il 1950 ebbero paura che tra gli operai che disinfestavano le campagne si nascondessero le forze dell'ordine...

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