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Efisio Marini, Il pietrificatore

Il Tempo che passa non muore,

ritorna solo nell’Eternità

 

(Urszula Zybura)

 

Efisio Marini, classe 1835 e cagliaritano di origine, passò alla storia come “Il Pietrificatore”.

Mano pietrificata di giovane donna custodita presso la Facoltà di Anatomia dell'Università degli Studi di Sassari

Scoprì la formula contro la decomposizione dei cadaveri oggi sconosciuta in quanto lo studioso non la svelò mai a nessuno.

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Eseguì il suo primo esperimento sul braccio di un uomo morto e riuscì a scoprire non solo il segreto che arrestava lo stato di decomposizione dei cadaveri – già noto al mummificatore Gerolamo Segato - ma gli permise anche di restituire elasticità e colore naturale ai tessuti del corpo putrefatto.  

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Divenne celebre con la pietrificazione del corpo di Pietro Martini che veniva spesso riesumato per mostrare il buono stato di conservazione e dimostrale la validità della

formula a distanza di anni. Il corpo dell’illustre personaggio si sarebbe dovuto esporre al Cimitero Monumentale di Bonaria sia per rendere omaggio al grande storico che per mostrare a tutti il prezioso lavoro dell’Anatomista. Purtroppo però ci furono diversi scontri tra il mummificatore e la Giunta Comunale dell’epoca per cui tutto il lavoro del Marini venne vanificato.  

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Non rivelò mai a nessuno la formula sperando di poterla barattare un giorno con la Cattedra presso l’Università di Cagliari attraverso la quale avrebbe potuto trasmettere le sue conoscenze ai giovani studenti. Vittima dell’indifferenza accademica, dopo vari anni di insistenza per ottenere l’insegnamento, gettò tutti i suoi scritti - frutto di anni di ricerche - nelle acque del porto di Cagliari e si trasferì a Napoli dove aprì uno studio medico. Nonostante l’amarezza continuò comunque con la sua ricerca che lo appassionava tanto che ogni sabato rendeva noti al pubblico i suoi esperimenti alcuni dei quali erano pietrificazioni di sangue, organi interni, mani e teste ma anche mummificazioni di bambini scomparsi prematuramente.

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Durante il periodo napoletano pietrificò personaggi celebri ed espose i propri lavori a Vienna, Londra, Parigi e nelle principali città italiane. Era apprezzatissimo per il suo lavoro. Le onorificenze e i riconoscimenti non tardarono ad arrivare: in seguito alla pietrificazione del piede di una mummia, Napoleone III gli concesse la Legion d’Onore, la più alta onorificenza della Repubblica Francese. Era pronto a ricompensarlo cospicuamente in cambio della formula segreta ma Efisio Marini rifiutò sperando di poter privilegiare, un giorno, la sua patria che invece lo snobbò.

Volle comunque omaggiare il politico francese con un tavolo mosaico le cui tessere erano formate dalla solidificazione del sangue, bile, polmoni e cervello umani. Il cimelio, che riporta al centro un piede umano pietrificato e quattro orecchie, è oggi custodito nel Musée d’Anatomie Delmas-Orfila-Rouvière di Parigi. Un esemplare molto simile si può apprezzare presso il Museo di Anatomia Umana di Napoli dove al centro del tavolino, composto anch’esso da un impasto di cervello, sangue, fegato, bile e polmoni, è adagiata la mano di una giovane donna. Il Museo partenopeo custodisce gelosamente molti

pezzi del Marini tra cui feti, teste, corpi con contusioni e cadaveri di bambini che sembrano vere e proprie sculture. Un esemplare è custodito anche in Sardegna presso la Facoltà di Anatomia Umana dell’Università degli Studi di Sassari. Si tratta della mano pietrificata di una giovane fanciulla morta prematuramente.

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Anche Giuseppe Garibaldi lo ringraziò vivamente con una lettera dopo aver ricevuto dall’Anatomista il sangue solidificato che l’Eroe dei due Mondi perse durante il combattimento sull’Aspromonte e che il Marini trasformò magicamente in medaglione.

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Nel 2004 è stato il protagonista di un fumetto a lui dedicato che racconta le tappe della sua ricerca tramite delle avvincenti tavole (http://www.efisiomarini.info/tavole.htm) che furono esposte in una mostra a Cagliari e una a Lunamatrona.

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Attualmente lo scrittore Giorgio Todde lo fa rivivere attraverso ben quattro libri noir in cui Efisio Marini non è solo il pietrificatore ma diventa un investigatore.

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Lo studioso non ottenne mai il suo giusto riconoscimento e anzi fu addirittura oggetto di scherno da parte di molti e venne preso in giro in un famoso gocciu del 1865: Unu tontu che sa perda / su chi salit is pipius / de spilliri circat is bius / nendi ch’imperdat is Mortus / ma cun tottu is confortus / ha fattu cuccurumbeddu.

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Solo oggi si riconosce il suo grande lavoro e si cerca di risalire alla formula segreta.

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Nel 2006 gli studiosi di Efisio Marini ottennero dalle autorità la riesumazione del cadavere dello storico Pietro Martini per verificare, ancora una volta, l’integrità del corpo. Purtroppo l’esperimento non riuscì in quanto le pessime condizioni di conservazione hanno prodotto danni irreparabili sul corpo dell'illustre pietrificato.

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Attualmente è in corso un progetto di ricerca portato avanti dall’Università di Perugia e l’Università di Caserta che attraverso TAC e risonanze magnetiche eseguite sui reperti pietrificati mirano a risalire agli elementi usati dal pietrificatoreSi riuscirà a trovare la formula segreta?

Riuscí a solidificare il sangue di Garibaldi, lo convertì in un medaglione e gliene fece dono...

Regalò un tavolino a Napoleone III composto da bile, cervello, polmoni, orecchie e sangue pietrificati che formano un interessante mosaico...

Fonti:

Ponticello Maurizio, Forse non tutti sanno che a Napoli..., Newton Compton Editori, Roma, 2015

agrariaweb.uniss.it/php/museo.php

bizzarrobazar.com/2012

efisiomarini.info

luigiladu.it

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