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Lollove, il luogo senza tempo

Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare.

Forse perché non può essere comprato.

I ricchi comprano rumore.

L’animo umano si diletta nel silenzio della natura,

che si rivela solo a chi lo cerca.

 

(Charlie Chaplin)

Chi vuole visitare Lollove non può certo sperare di arrivarci per caso.

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La piccola frazione di Nuoro si trova infatti in una zona isolata, a 384 metri sul livello del mare. Arrivarci non è però un’impresa grazie alla strada asfaltata che conduce al piccolo borgo medievale raggiungibile dalla Strada Statale 131 d.c.n.

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Il paesaggio agreste - che accompagna il visitatore per tutto il tragitto – è caratterizzato da un silenzio assordante che viene interrotto, di tanto in tanto, da qualche macchina di passaggio; diversamente si avrebbe la sensazione di essersi persi. A rassicurare il viaggiatore è però l’improvvisa fotografia del paese che svetta, con il suo campanile, sul monte.

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Una volta abbandonata la macchina ci si dimentica delle proprie vesti moderne e si ha come la sensazione di essere stati catapultati in un’epoca lontana incorniciata da case in pietra - alcune diroccate –, vegetazione incolta e da un buon numero di animali tra cui maiali, cani, gatti, galline e asini. Che fosse una comunità più grande in quel periodo è testimoniato da svariate case che sembrano “tagliate a metà” e dove ci si può intrufolare dando spazio alla fantasia e immaginando la distribuzione di un tempo: camere, stalle e le cucine a cui sopravvive ogni tanto qualche caminetto. A rendere maggiormente l’idea di come fosse la vita un tempo sono le case abitate - delimitate dai muretti a secco - nei cui cortili è possibile vedere ancora galline scorrazzare e orti ben curati, ricchi di prodotti. Ma è presente anche una piccola trattoria che apre quasi ogni domenica o su prenotazione.

Attualmente sono una trentina le persone che vivono, durante tutto l’anno, nel borgo sfuggito alla globalizzazione. I visitatori più romantici rimangono affascinati dall’idea che nel villaggio si viva come un tempo dato che mancano i servizi essenziali tra cui scuole, guardia medica e medico di base per cui è necessario raggiungere Nuoro a 15 chilometri di distanza.

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Un tempo gli abitanti erano molti di più, lo riporta lo scrittore Sebastiano Satta che nel 1896 fece una descrizione dettagliata del borgo censendo ben trecentosessantasette abitanti che vivevano in cinquantasei case! Lo spopolamento fu dovuto a un’epidemia di vaiolo che colpì Lollove nel 1860 anche se la leggenda narra di alcune monache – (custodi della chiesa Santa Maria Maddalena) che - accusate di aver avuto rapporti carnali con i pastori

del paese - vennero cacciate e avrebbero lanciato una maledizione: Lollove as a esser chei s'abba è su mare: no as a crescher nen parescher mai (Lollove sarai come acqua del mare, non crescerai e non morirai mai).

L’affascinante paesaggio di Lollove non sfuggì neanche alla scrittrice Grazia Deledda, Premio Nobel alla letteratura, la quale volle ambientare proprio a Lollove la storia d’amore segreta sbocciata tra Agnese e il giovane prete don Paulo, raccontata nel romanzo La Madre.

Molti sono i visitatori che vanno e vengono per trovare un meritato angolo di pace. Per chi cerca la tranquillità però faccia attenzione a non capitare durante i festeggiamenti religiosi del 3 febbraio, dedicati a San Biagio (protettore dei cardatori della lana e dei lavoratori dei campi) che viene invocato per le malattie del cavo orale. Durante questa giornata infatti tantissimi pellegrini dei paesi circostanti accorrono per farsi benedire la gola dal sacerdote. La chiesa - del XVII secolo e in trachite rosa - è il fiore all’occhiello del villaggio e in essa è custodita una statua lignea della Maddalena del 1601.

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L’estate pare sia il periodo delle maggiori festività infatti il 22 luglio viene celebrata Santa Maria Maddalena, patrona di Lollove e protettrice dei

parrucchieri e dei penitenti. La festa più importante però ricorre il 16 settembre in cui vi è un doppio festeggiamento in onore di Sant’Eufemia di Calcedonia, acclamata dai pastori, e Sant’Eufemia di Orense, santa guaritrice. I festeggiamenti religiosi si concludono il 25 agosto giorno dedicato a San Luigi dei Francesi.

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L’autunno apre invece le porte ai festeggiamenti civili: ogni anno infatti si svolgono due giornate dedicate alle arti e mestieri antichi all’interno della manifestazione Autunno in Barbagia - promossa dalla Camera di Commercio di Nuoro - che restituisce all’antico villaggio agro-pastorale, la vitalità di un tempo.

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Lollove è anche il nome del lavoro editoriale dove musica, arte, letteratura, architettura e tecnologia sono tematiche trattate da nuovi talenti sardi che propongono nuove idee e punti di vista alternativi. Chiunque è il benvenuto nel nuovo progetto che offre una rilettura dell’identità sarda in chiave contemporanea.

Fonti:

Deledda Grazia, La madre, Fratelli Treves Editori, Milano, 1920

Lollove Mag n.0 dicembre 2013

Lollove.com

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