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Rebeccu, la frazione di un solo abitante

Rebeccu, Rebecchei

da 'e trinta domos non movei!

 

(Leggenda popolare)

Rebeccu è una piccola frazione del Comune di Bonorva che possiede trenta case, scavate nella roccia calcarea, e un unico abitante conosciuto con il nome di tziu Cicito.

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Durante il Medioevo il piccolo borgo possedeva circa quattrocento abitanti ed era il centro più popolato della Sardegna. Secondo la leggenda Donoria, figlia del re di Rebeccu, fu allontanata da questi per volere del popolo perché ritenuta una strega malefica. Prima di lasciare il paese la donna lanciò una maledizione urlando Rebeccu, Rebecchei da 'e trinta domos non movei (Rebeccu sarai distrutta e non supererai le trenta case). Si narra che in seguito a questa dannazione comparve il flagello della malaria per cui la gente incominciò a emigrare verso la chiesa di San Giovanni fondando l’attuale Bonorva.

I pochi che rimasero ricostruirono le loro abitazioni ma, memori della maledizione della strega, nessuno osò mai costruire la trentunesima casa temendo che il paese crollasse.

 

Ovviamente si tratta solo di una leggenda perché è storicamente attestato che la fondazione di Bonorva sia anteriore a quella di Rebeccu. Risulta dai documenti della Curatoria di Costa de Addes mentre il nome di Rebeccu appare per la prima volta nel 1353 cioè quando la piccola frazione fu incendiata dagli aragonesi.

 

Il toponimo della piccola frazione deve probabilmente il suo nome al sovrano chiamato dal popolo Re Bellu (re bello) che in seguito alla maledizione della figlia fu ribatezzato Re Beccu (re caprone).

 

Andare a Rebeccu d’inverno ha il fascino del villaggio abbandonato sensazione che si trasforma ad agosto in occasione del Rebeccu Film Festival che ogni anno ospita tantissimi filmati in anteprima, concerti, presentazioni di libri e mostre.

 

Poco distante dal borgo si può visitare la fonte sacra nuragica Su Lumarzu dove ancora oggi sgorga l’acqua oggetto di culto della civiltà nuragica e dove sono state rinvenute delle monete risalenti al IV sec. d.C. e una croce cristiana. A pochi chilometri di distanza inoltre si può apprezzare la necropoli di Sant’Andrea Priu, costituita da particolarissime domus de janas, e i ruderi del cimitero sconsacrato.

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