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Isola di Serpentara

 

Scuote l'anima mia Eros,

come vento sul monte che irrompe entro le querce

     e scioglie le membra e le agita,

dolce, amaro,indomabile serpente.

 

(SAFFO)

Così chiamata per via della sua forma che ricorda un grosso serpente, l’isola fa parte dellArea Marina Protetta di Capo Carbonara.

 

Centotrentaquattro ettari di estensione, il punto più alto dell’isola - a cinquantaquattro metri sul livello del mare - è rappresentato dalla torre spagnola di San Luigi, costruita nel XVI secolo per avvistare i saraceni e da cui oggi si può osservare l’affascinante litorale di Villasimius. È collocata nella parte sud – est della Sardegna, a soli quattro chilometri da essa, e attualmente è proibito l’accesso alle imbarcazioni a motore in quanto soggetta a vincoli ambientali molto stretti imposti dall’ente gestore che ne salvaguarda l’ambiente.

 

L’isola di Serpentara è un biotopo frequentatissimo da una ricca avifauna tra cui il coniglio selvatico, il gabbiano corso, il marangone dal ciuffo e addirittura il delfino diventato ormai un habitué di punta La Guardia - il capo meridionale dell’isola - che appare durante le prime ore dell’alba o al tramonto.

 

Per la gioia degli amanti del diving il fondale è molto frequentato da numerosissime specie ittiche tra cui labridi, sparidi, serranidi, murenoidi, grongoidi, carangidi, barracuda, ricciole, dentici, cernie e corvine che possono essere avvicinate molto facilmente anche dagli appassionati dello snorkeling.

Grande interesse suscitano inoltre le praterie di posidonia su cui vanno a posare la Pinna nobilis che dona ogni anno piccole quantità di bisso conosciutissimo in Sardegna perché trasformato magicamente in arte da Chiara Vigo.

Nonostante appartenga amministrativamente al Comune di Villasimius e sia sottoposta ai vincoli dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara, l’isola appartiene a una società immobiliare romana dichiarata fallita nel 2010 ed è stata messa all’asta per ben tre volte con un prezzo base di seicento mila euro. La vendita all’incanto fortunatamente non ha prodotto alcun risultato dato che il terreno in questione è soggetto a rigidi vincoli di tutela ambientale per cui non è possibile edificare, la navigazione è regolata dall’Area Marina Protetta e la pesca non è consentita. Una situazione paradossale che protegge l’isola ma che allo stesso tempo la penalizza dato che non la si può valorizzare in maniera adeguata. Diversi i tentativi sia da parte dell’amministrazione locale di cercare di spingere la Regione all’acquisto del lembo di terra sia da parte di un gruppo di sardi che, in occasione dell’ultima asta, hanno aperto una pagina su Facebook “L’isola di Serpentara. Compriamocela noi!” per cercare di fare colletta per acquistare l’isola. Tutti sforzi risultati vani.

 

Attualmente si può raggiungere l’isola con piccole imbarcazioni e anche i meno esperti possono esplorare l’affascinante fondale che sembra un vero e proprio museo marino dove è possibile apprezzare relitti di tutti i tempi, dalle galere e ancore romane alle moderne navi da carico affondate per via delle forti mareggiate invernali e delle numerose secche che si trovano tra l’isola di Serpentara e l’Isola dei Cavoli.

Il fondale è molto frequentato da numerose specie ittiche tra cui labridi, sparidi, serranidi, murenoidi, grongoidi, carangidi, barracuda, ricciole, dentici, cernie e corvine...

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