top of page
La settimana Santa in Sardegna

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

​

(Vangelo - Matteo)

Una festività attesa da tutti - religiosi e non -  che ogni anno vede come protagonisti i rituali della Settimana Santa. La celebrazione religiosa ha inizio la Domenica delle Palme così chiamata perché rimanda all'entrata di Gesù a Gerusalemme dove una folta folla lo accolse con rami di palma, ormai simbolo di pace. Durante questo giorno vengono acquistate delle graziose foglie di palma intrecciate che verranno benedette successivamente in chiesa durante il rituale cattolico.

​

E' proprio da questo momento che ha inizio Sa Chida Santa (la Settimana Santa) ricca di una forte carica emotiva sia per i credenti (dato il significato che racchiude) che per i miscredenti dato che tali cerimonie riescono a raggiungere lo spettatore, regalandogli un pathos non di poco conto. Il rituale dura tutta la settimana: lunedì e martedì sono i giorni dei misteri - durante i quali, nella maggior parte dei casi, hanno luogo delle processioni - mentre il mercoledì santo generalmente si preparano le vestimenta di lutto dell'Addolorata. Il giovedì santo è forse il giorno che suscita maggior interesse perché si entra nel vivo della "Passione di Gesù". La maggior parte dei paesi della Sardegna fanno la processione durante questa giornata dopo aver inscenato, in chiesa, la lavanda dei piedi a Gesù. Il venerdì è il giorno de sas chircas (i confratelli  fanno il giro di tre oratori con il fazzoletto in testa in segno di lutto) s'incravamentu (inchiodano la statua di Gesù sulla croce) e de s'iscravamentu (tolgono io chiodi dalla croce e depongono la statua) quest'ultimo passaggio in alcuni paesi viene fatto di sabato, mentre la domenica di Pasqua si esegue il rituale di s'incontru: la statua di Gesù e quella della Madonna si incontrano. 

​

A Castelsardo i riti della Settimana Santa aprono le danze il sabato che precede la domenica delle palme ma il rituale più emozionante di questa piccola cittadina sul mare è indubbiamente il Lunissanti (lunedì santo) che prende inizio alle sette del mattino e si protrae fino a mezzanotte dove i confratelli sfilano in processione a capo coperto.  

​

Dopo la distribuzione dei misteri il primo confratello, a capo scoperto, porta un teschio umano su un vassoio. Seguono gli altri confratelli incappucciati che portano ognuno il calice dell'ultima cena, il guanto - che simboleggia lo schiaffo ricevuto da Cristo - una collana, simbolo dell'incatenamento di Gesù, la colonna del flagellamento, il flagello che chiude la corona di spine. E' la volta di un altro gruppo di confratelli che portano l'Ecce Homo, la croce, la scala, un martello incrociato a una tenaglia e la spugna e la lancia usate per abbeverare Cristo. Il gruppo si dirige a Tergu ma prima viene cantato un Attitu. Solo al ritorno a Castelsardo la processione, illuminata solo dalle fiaccole, si snoda tra il centro storico del paese. 

​

A Iglesias il clou della settimana santa lo si raggiunge il giovedì santo, una giornata spettacolare che richiama ogni anno tantissimi turisti. Rispetto agli altri paesi vi è la presenza del matracconis - uno strumento suonato dai giovani - che accompagnano il tamburo e vanno al ritmo della marcia funebre. Anche il suggestivo abito dei Baballottis (uomini con un abito bianco che ricopre generalmente corpo,  viso e mani) è un elemento che compare solo in questa cittadina medievale. 

​

Degna di nota è anche la Settimana Santa a Bortigali dove la fiaccolata è arricchita dalla presenza delle matracculas e ranas suonate dai chierichetti, da un suggestivo percorso nel centro storico in cui si effettuano soste di preghiera davanti ad altarini adibiti per l'occasione dagli abitanti e durante il quale sos cuncordos intonano tre canti. 

bottom of page