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Bortigali, un paese da record!

Vi sono dei luoghi magici

che meritano di essere contemplati e rappresentano

un ponte fra il visibile e l’invisibile...

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(Paulo - Coelho)

Ubicato nel cuore della Sardegna, Bortigali è conosciuto perché possiede un elevato numero di primati che vanno dalla prima cooperativa casearia della Sardegna - costituita nel 1907 - al recente riconoscimento della cordula più lunga del mondo di 175 metri.

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Culla di Radio Sardegna - prima radio al mondo ad aver dato la notizia della fine della Seconda Guerra Mondiale ma anche prima radio libera d’Italia – il piccolo paese si adagia ai piedi del monte Santu Padre che svetta a 1.025 metri di altezza e che anticamente era conosciuto per via de sos caddos birdes, i cavalli verdi, che oggi ritroviamo nello stemma del Comune. Secondo un'antica leggenda la colorazione dei cavalli era dovuta a un'antica fontana da cui si abbeveravano e che gli colorava il manto. E' probabile che l'origine del racconto derivi da un'antica competizione equestre in cui sfilavano dei cavalli ricoperti da mantelli verdi (forse lo stemma del vecchio latifondo) che si svolgeva tra Mulargia - la piccola frazione di Bortigali - e la montagna di Santu Padre oggi conosciutissima negli ambienti del parapendio per essersi convertita nella Mecca di questo sport. A coronare i voli già frequentati da turisti locali ed europei infatti è stata la recente costruzione della rampa di volo più alta della Sardegna.

Bortigali è un paese attivissimo e accontenta proprio tutti gli sportivi. Chi non possiede la temerarietà di volare sui cieli bortigalesi può esplorare il territorio con svariati trekking a portata di tutti: dal paese infatti partono dei sentieri natura di vari gradi di difficoltà che permettono di ammirare gli spettacolari scenari intorno. Chi ama il cavallo non può rinunciare a fare delle escursioni al galoppo grazie ai maneggi presenti in zona. Per chi preferisce le due ruote della mountain bike gli sterrati dei dintorni offrono dei bei manti su cui potersi sbizzarrire. Ogni anno inoltre, si rinnova l’appuntamento dei motociclisti che sfilano dal paese verso Mulargia, fiore all'occhiello di Bortigali, che somma agli altri un ennesimo primato: proviene dalla piccola frazione - un tempo luogo privilegiato dei romani per la fiorente produzione locale di mole granarie - la più antica macina rotatoria del tipo “a clessidra pompeiana” del Mediterraneo trovata su una nave mercantile greca naufragata nei pressi delle Isole Baleari durante il IV secolo a.C. La piccola frazione è rinomata anche per la presenza del nuraghe Aidu Entos, unico nel suo genere, perché riporta sull'architrave un'iscrizione dell'epoca romana.

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C’è spazio anche per i religiosi e per gli amanti della storia dell’arte: nel paese dei record sopravvivono sette chiese, quasi tutte medioevali, impreziosite dagli epistili di derivazione aragonese, che regalano al paese un altro record: sono più di settanta gli architravi visibili nel centro storico!

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L’imponente chiesa parrocchiale “Santa Maria degli Angeli” custodisce i preziosi argenti sacri - databili tra il XVI e il XIX secolo - e un bellissimo retablo attribuito al maestro di Ozieri. Il luogo sacro celebra inoltre uno straordinario primato nel campo della scultura sarda: il primo portone di bronzo della storia della Sardegna - realizzato dal noto artista bortigalese Pietro Longu e diventato modello per chi intraprende questa maestranza - si trova proprio in questa chiesa che spicca per la sua bellezza in particolar modo al tramonto che esalta il colore del materiale con cui è costruito: la trachite rosa generosamente offerta dal territorio circostante. La chiesa ha l'onore di ospitare la piccola statua di Santa Maria de Sauccu che, tra il 7 e il 17

di settembre, viene portata in processione verso il villaggio campestre a lei titolato nel quale è possibile visitare gli antichi muristenes. E'  proprio in questa occasione che si ha la fortuna di poter vedere s'istriglione, un particolarissimo sedile di origine nobile, realizzato in antichità per far sedere comodamente le donne sul cavallo e nato  proprio nel piccolo centro del Marghine.

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Tutte le chiese sono ben curate a Bortigali, alcune sono gestite dalle tre antichissime confraternite del paese, la più vecchia risale al 1624.

Da non perdere assolutamente è la chiesa nella roccia che vista dal basso sembra dischiudersi per mostrare questo piccolo gioiello religioso intitolato a sant’Antonio in onore del quale, la notte tra il 16 e il 17 di gennaio, si brucia un grosso tronco di albero (Sa Tuva) dando spazio al rituale del "fuoco di sant'Antonio" che marca l’inizio del Carnevale.

Alcune chiese vengono aperte in particolari occasioni religiose e a volte anche per accogliere le magnifiche e profonde voci dei cantori bortigalesi che sono veramente tanti! Attualmente il piccolo borgo possiede ben due Cori Polifonici, quattro gruppi specializzati in canto a tenore e un gruppo di canto a cuncordu rinomato per l'interpretazione del chidasantinu eseguito durante la suggestiva Chida Santa - la Settimana Santa.

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Paese di grande fermento intellettuale e artistico ha dato i natali a grandi personaggi tra cui il giurista Domenico Fois, Ignazio Salaris, Antonio Mura e i poeti Pantaleo Serra e Anna Maria Falchi Massidda molti dei quali li ritroviamo nella toponomastica del paese. E a proposito di poesia spiccano le forti personalità di Gian Gavino Vasco - considerato uno dei migliori poeti contemporanei in Lingua Sarda - e Antonio Sannia che ha ottenuto recentemente diversi riconoscimenti.

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Non mancano inoltre gli artigiani a Bortigali! Sopravvive l’antico mestiere del ferro battuto eseguito da vari maestri che trasformano il ferro in arte! E vive proprio qui l'unico costruttore in Sardegna della rodansa, un antico strumento nato per fare i fronzoli ai ravioli e per intagliare le seadas e il pane. E proprio il prezioso alimento è stato fondamentale per Bortigali, come per molti paesi della Sardegna, perché collante di un’intera comunità: le donne del paese si riunivano nelle case per crearlo riuscendo a tramandare, grazie a un appuntamento settimanale, una tradizione millenaria. Ne è oggi testimone il mulino ad acqua che si trova alle porte del paese ancora oggi aperto ai turisti. Gli antichi saperi sono attualmente custoditi dalle abili mani di Manuela Secchi la quale riesce a dar vita a particolarissime creazioni con questo prezioso alimento.

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Persino nella gastronomia il piccolo paese primeggia tra tanti concorrenti! Si distingue in particolar modo per il comparto delle carni e per aver ottenuto recentemente il marchio CE della cordula. Bortigali non rimane indietro neanche in tema di formaggi: d'altronde, la prima cooperativa in Sardegna (La.ce.sa.) e seconda in Italia, nacque proprio qui, nel 1907, quando diversi allevatori riunirono le loro forze per contrastare la concorrente impresa casearia della vicina Macomer che produceva il pecorino romano oggi venduto dalla cooperativa insieme ad altre varietà di formaggi tra cui la peretta e il provolone. 

Bortigali si vuole proprio distinguere in tutto, anche in fatto di dolci! Unici nel loro genere i Bistoccos de Ortigale che in passato hanno ottenuto vari attestati di riconoscimento e una medaglia d'oro. 

E' d'obbligo - per chi vuole gustare queste sfiziose leccornie - fare tappa presso il "Bar Già e Mà" che, su richiesta, organizza dei piccoli buffet rifocillanti a base di prodotti locali. Il bar possiede addirittura il primo numero telefonico di Bortigali "0785.80521" e - all'inizio della sua attività, negli anni Cinquanta - fu il primo bar ad avere il Posto di Telefono Pubblico. 

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I gioielli archeologici aumentano il valore di questo territorio ricco di tradizioni e cultura.

Si enumerano ben cinquantasette siti archeologici tra cui tombe dei giganti, menhir, dolmen, domus de janas e nuraghi. Di questi ultimi ne rimangono ben quarantatré ma l’emblema del territorio è senza dubbio il particolarissimo nuraghe Orolo che come pochi presenta la scala elicoidale orientata in senso antiorario: l'accesso alla scala si trova infatti alla destra del nuraghe e non alla sinistra come nella maggior parte dei casi. 

Gli appassionati del particolare non devono tralasciare di vedere Padru Mannu - a pochi chilometri dal paese - che racconta un altro

importante capitolo della storia sarda: la nascita della Ferrovia della Sardegna progettata da Benjamin Piercy. Nel vecchio latifondo sono ancora visibili le vestigia di un periodo molto fiorente per Bortigali ed è possibile aggiungere agli altri un altro primato: si trova proprio qui la prima chiesa anglicana della Sardegna!

Insomma, o per una cosa o per l'altra, vale proprio la pena di visitare questo ricco paese! Attenzione però, perché se ci si trova nei periodi di festa conviene trattenersi a dormire in quanto non si può dire di no ai cumbidus - gli inviti del gustoso vino bortigalese! In questo caso è consigliabile alloggiare presso il Bed and Breakfast Gianfranco che coccola in tutto e per tutto i propri clienti con ricche colazioni e con qualsiasi tipo di comfort tra cui aria condizionata, wi-fi e anche ascensore per chi ha problemi di mobilità o per chi non riesce ad arrivare alle proprie camere dopo una nottata di festa!

Attenzione inoltre perché chi si innamora del paesello dei record rischia pure di scoprire l'elisir di lunga vita dato che Bortigali è stato definito il paese con il maggior numero di centenari in rapporto al numero degli abitanti! 

*Spazio concesso da Sardegna in Link

Il nuraghe Orolo è uno dei pochissimi ad avere la scala che ascende in senso antiorario...

A Mulargia si trova

un nuraghe che

riporta un'iscrizione dell'epoca romana sull'architrave ...

A Padru Mannu si trova la

prima Chiesa Anglicana della Sardegna  

Produttore di cordula, treccia e piedini

Sono ben 57  i siti archeologici appartenenti al Comune di Bortigali tra cui nuraghi, domus de janas, menhir e dolmen...

Leggi anche: 

Fonti:

Comune di Bortigali, Argenti sacri delle chiese di Bortigali, Studio Stampa, Nuoro, 2015

Macchiarella I., Pilosu S., Bortigali. Un paese e le sue pratiche musicali, Nota, Udine, 2015

Unione di Comuni Marghine, Bortigali “Arte, Architettura, Cultura e Turismo”, Macomer, 2015

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